Verde pubblico e spiagge
Lo scioglimento per mafia del Municipio X di Roma è stato solo l'ultimo atto di un processo che ha visto decenni di disattenzioni sul litorale romano e di conseguente penetrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso.
La partita più complessa riguarda ovviamente gli abusi edilizi dei balneari sulle spiagge. Sotto accusa è, tra l'altro, l'articolo 13 della delibera dell'allora sindaco Alemanno, che di fatto assegnava al Municipio pieni poteri sui progetti riguardanti il litorale, gestione, pulizia e manutenzione degli arenili, servizi connessi alla balneazione di Castelporziano e Capocotta e il Pua, cioè il piano di utilizzazione degli arenili. E, ovviamente, la gestione delle licenze. Un tesoro che ha fatto gola a tanti, troppi appetiti, come l'inchiesta Mafia Capitale ha rivelato e come emerge dalle prime fasi del processo.
La visione urbanistica del litorale di Roma, appare datata e inefficace e ha prodotto uno stallo nel necessario cambiamento che avrebbe portato il litorale di Roma al livello di quello di altre città europee, Barcellona in testa. Il degrado e l'impraticabilità di Ostia e dintorni è sotto gli occhi di tutti. Serve riportare equilibrio tra la gestione privata e quella pubblica. Rendere gli arenili accessibili per tutti, diversificare l'offerta, incrementare le iniziative come Bau beach a favore degli animali.
La creazione di accessi alla battigia (a norma di legge) e la valorizzazione ambientale delle aree sono fondamentali. Dal punto di vista ambientale, le famose dune del litorale hanno assolutamente bisogno di protezione: bisogna porre attenzione agli apporti detritici del Tevere, dai quali è da sempre dipesa la formazione delle spiagge del litorale romano (e non solo); mentre dalla loro drastica riduzione negli ultimi 40 anni dipendono invece i gravi fenomeni di erosione e di inesorabile smantellamento degli arenili.
Ma Roma è anche e soprattutto i suoi parchi. Gestiti, dalla fine degli anni '90, da RomaNatura, l'Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma. È un Ente di diritto pubblico dotato di autonomia amministrativa, finanziaria e patrimoniale. Attualmente RomaNatura gestisce oltre 16.000 ettari di natura protetta, compresa la riserva marina delle Secche di Tor Paterno, un'area pari all'intero territorio di Bologna.
Molte riserve naturali conservano quella vocazione agricola che rende, a tutt'oggi, come si legge sul sito di RomaNatura, Roma Capitale il primo comune agricolo d'Italia.
La ricchezza del territorio gestito dall'Ente è immensa: preesistenze archeologiche, monumenti, ville e casali rappresentano solo una parte del suo valore, il cui vero tesoro è rappresentato da nicchie ecologiche che contano la presenza di oltre 1000 specie vegetali, 5000 specie di insetti e altre 150 specie fra mammiferi, uccelli, anfibi e rettili.
Ma i parchi di Roma non sono tutti paragonabili ai viali principali di Villa Borghese e Villa Pamphili. Degrado e sporcizia la fanno da padrone in numerose aree verdi che penetrano nei quartieri più popolari della città.
Roma Capitale nel corso del 2014-2015 ha sospeso gli appalti Ama per la gestione del verde, poichè risultati opachi, e sotto l'attenzione della magistratura, e ha bandito nuove gare. Questo è il sistema pubblico e trasparente da portare avanti in quanto la longa manus dei potenti di sempre, e amici di cementificatori e palazzinari, è in agguato.
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